lunedì 28 novembre 2011

Grottaglie, un derby vissuto sfrontatamente

Il derby, quello di terra jonica, stuzzica il Grottaglie: più aggressivo, più tosto, più ardimetoso, persino più temprato in fase di non possesso, malgrado le solite debolezze congenite. Complessivamente, più intenso del Martina, per una buona mezz'ora. E, per una fetta di gara, certamente più lucido dell'avversario, costretto ad esprimersi con palle lunghe. Ma è vero anche che chi sta dall'altra parte è una squadra più esperta e carrozzata per invertire la tendenza, accelerare e rassodarsi, confidando pure su un leggero rimpasto tattico. L'Ars et Labor, allora, finisce per subire l'unica realizzazione del match (testa di Picci, su palla inattiva) senza trovare la strada del pareggio, nonostante una reazione più convinta e un possesso di palla più accettabile di altre occasioni. Zero punti, quindi, e un'altra domenica spesa invano. O quasi: perchè, se i punti non arrivano, lanciando un segnale di discontinuità (la formazione di Pizzonia, del resto, arrivava dalla trasferta felice di Somma Vesuviana, in casa dell'ultima collocata in graduatoria), forse il derby riesce a riavvicinare emotivamente la tifoseria (agitata, al novantesimo, ma ostile solo nei confronti degli ospiti) alla squadra. Una squadra, sin qui, abbastanza appartata nelle proprie sofferenze. Eppure bisognosa di sostegno morale, di comprensione, di complicità. E di un certo calore: che, ovviamente, non basta a saltare tutti gli ostacoli. Ma che, a questo punto della stagione, potrebbe servire. Se una certa sensazione respirata in tribuna è esatta, ben venga il derby e il suo risultato grigio, condito dalle tensioni che una sfida più sentita delle altre sa provocare e diffondere. E ben venga pure una prestazione ricca di coraggio e di sostanza, eppure povera di riscontri. Purchè questo non rimanga un episodio isolato: è il campionato (o quello che resta del campionato) la partita della vita. Non può esserla esclusivamente un derby vissuto sfrontatamente.