martedì 8 novembre 2011

Il Bari dura poco

Quarantacinque minuti di discreto calcio a Castellammare di Stabia, non tanto tempo fa: e il crollo irritante, nel corso della ripresa. Un tempo soltanto (e, forse, neanche intero) contro il Pescara, sùbito dopo. E sconfitta bruciante, al San Nicola. Infine, venti minuti di manovra accettabile, di nuovo in casa, di fronte al Verona. E nuova pagina amara, proprio ieri, nel posticipo: uno a zero per i veneti. Meritato. Tre partite, tre delusioni: che vanno al di là del risultato. Passando, è vero, per i tre punti conquistati a Grosseto, a metà settimana. Il momento è oscuro, complessivamente. E la squadra sempre più insondabile. Inaffidabile, sotto il profilo della continuità. Spesso svagata, più di talvolta umorale. Condizionata, magari, dalle chiacchiere che circondano il club, ma soprattutto dai suoi stessi atteggiamenti, sul campo. E, va detto, anche da un elenco degli indisponibili che, ultimamente, si è ingrossato. Complicando, oltre tutto, il processo di potenziamento della condizione atletica, uno dei limiti sottolineati da questo primo quarto di stagione. Ma un Bari che si distingue per un quarto d'ora, che resiste per un tempo e che si apparta per il resto dei novanta minuti non coinvolge, non attrae, non è sufficiente a se stesso, non serve a garantirsi l'immunità. Nè la fiducia popolare: anche se il campionato di B resta aperto a tutti sino in fondo, anche se la classifica non è ancora così male. Anche se, davanti a certi dettagli finanziari che sorvolano la vita societaria, assicurarsi un futuro nel panorama calcistico nazionale è e resta l'unico obiettivo sensato.