giovedì 18 ottobre 2012

Il gran momento del Lecce

C'è un gruppo di avversari e poi (anzi, prima) c'è il Lecce. Quella di Lerda, oggi, è formazione che fa storia a sè. La classifica si esprime chiaramente: a sette turni dallo start, Giacomazzi e soci viaggiano già sei punti sopra la seconda forza del torneo, cioè l'Entella di Chiavari, cioè l'inseguitore appena abbattuto (quattro a due) a via del Mare, nell'ultima fatica. Eppure, il pareggio di Como, appena una settimana prima, aveva tranquillizato la concorrenza. Inutilmente: la tendenza è trasparente. Sei vittorie sei: e, dietro, il vuoto. La differenza di caratura tra il Lecce e il resto della compagnia, almeno in questo periodo della stagione, è assolutamente evidente. E il divario di forze si fa sentire anche quando, nell'undici di partenza, il tecnico piemontese deve necessariamente rinunciare a qualche nome di spessore (domenica scorsa, ad esempio, ne mancavano quattro). Poi, adesso, la situzione societaria è ormai quasi definitivamente delineata. E, comunque, rasserenata. La famiglia Tesoro, di fatto, ha preso finalmente pieno possesso del club, tracciando una linea di discontinuità con i diciotto anni di presidenza Semeraro. E anche questa è una garanzia in più. Stipendi sicuri, testa più libera. Con tutto quello che ne consegue. Malgrado, e sia detto forte, questo Lecce abbia mantenuto passo e saldezza morale anche nel momento di maggiore depressione societaria, quando - neppure troppo tempo fa - emersero attriti sinistri tra chi avrebbe dovuto vendere e chi avrebbe dovuto comprare. Segno che non manca davvero niente, per aprire un nuovo ciclo: la gente che tifa (oltre seimila spettatori sulle tribune, durante l'ultima gara: chi l'avrebbe detto, in una piazza considerata spesso un po' fredda?) l'ha capito.