mercoledì 10 ottobre 2012

Pellegrino, il Grottaglie cambia

Di Marcello Casu ne abbiamo già parlato, recentemente. Di lui non ci aveva convinto qualche frase spesa in un paio di dopogara. Poco male, però: le parole, nel pallone, aiutano e guastano (dipende dall'uso che se ne fa), ma non incidono direttamente sulle qualità o sui limiti di una squadra. Che, in questo caso, si chiama Grottaglie. E che viaggia con gravi difficoltà nel girone appulocampano di questo campionato di serie D (un solo punto in sei match, ultimo posto condiviso con il Potenza: roba da preoccuparsi). Di Casu, piuttosto, hanno fatto parlare (la tifoseria più affezionata, evidentemente) l'atteggiamento tattico un po' remissivo di qualche occasione e, soprattutto, le difficoltà diffuse incontrate da un organico che, oggettivamente, reputavamo e reputiamo ancora non eccessivamente corazzato per questo tipo di torneo. Ma dell'allenatore sardo, arrivato sulla panca dell'Ars et Labor in estate, adesso a Grottaglie non si discuterà più. L'ultima partita, persa sull'erba di casa di fronte al rinvigorito Nardò, ne ha consigliato l'allontanamento. La società, una delle meno ricche dell'intero raggruppamento, ha optato per la svolta: a costo di un ulteriore piccolo sacrificio economico. Chiamando a lavori in corso Claudio Pellegrino, ex attaccante di buon pédigrée, che proprio in Terra Jonica possiede diversi estimatori, e allenatore ancora non troppo rodato (nel bagaglio, pochissimi campionati di Eccellenza). Che proprio oggi viene presentato ufficialmente. La richiesta del club è una sola: la salvezza. Non uno scherzo. Ma, come scrivevamo ad inizio della stagione, una scommessa. Che, adesso, sembra già abbastanza disperata. E che, tuttavia, ci servirà a capire una cosa: se, cioè, il problema del Grottaglie era solo il suo nocchiero, oppure se l'ostacolo era (ed è) un collettivo bisognoso di maggior spessore. Non solo tecnico.