lunedì 22 ottobre 2012

Il Martina si punisce da solo

Generalmente, spinge da sùbito. Stringendo l'avversario. Questa volta, invece, il Martina sembra preferire il ragionamento all'istinto. Sembra, cioè, voler gestire meglio l'arco di tutti i novanta minuti. Sensazione errata: non è giornata, piuttosto. Coincidenza fatale: il Fondi, avversario di turno che stagna sul fondo della classifica, si porta in vantaggio abbastanza presto (quattordici minuti). Aggravante decisiva: l'assetto difensivo traballa, troppe volte. Gambuzza e Filosa sbagliano praticamente tutto, Bagaglini e persino Dispoto si aggregano al grigiore. Sono tutti preoccupati, nervosi: e si vede. Ogni situazione di presidio è vissuta male. Il contraccolpo psicologico dello svantaggio acquisito, peraltro, è forte. Il Martina si smarrisce e D'Anna replica: zero a due. E' un match segnato. Pure la fluidità della fase di possesso è macchiata. Galleggia solo Del Core, che favorisce Gambino: distanze accorciate. Dietro, però, si pasticcia ancora e il disavanzo di due gol si ristabilisce. La squadra che si ripresenta dopo l'intervallo, però, è più acuta, più convinta. Spunta finalmente qualcosina e la gara si riapre al sigillo di Mangiacasale. L'irreparabile, tuttavia, sta arrivando: Gambuzza completa la sua prestazione orribile con un fallo di mani in piena aerea. Quarto gol dei pontini dagli undici metri e fine delle trasmissioni. Di Meo, davanti ai microfoni e ai taccuini, si carica di ogni responsabilità e parla di approccio alla partita sbagliato. Garantendo, poi, di intervenire sui problemi della retroguardia. Che, però, a questo punto necessita di puntelli: e non solo numericamente parlando. Anche a costo di rinunciare alla contrattazione di un altro attaccante, che nell'immaginario collettivo sembrava la priorità.