Generalmente, spinge da sùbito. Stringendo l'avversario. Questa volta, invece, il Martina sembra preferire il ragionamento all'istinto. Sembra, cioè, voler gestire meglio l'arco di tutti i novanta minuti. Sensazione errata: non è giornata, piuttosto. Coincidenza fatale: il Fondi, avversario di turno che stagna sul fondo della classifica, si porta in vantaggio abbastanza presto (quattordici minuti). Aggravante decisiva: l'assetto difensivo traballa, troppe volte. Gambuzza e Filosa sbagliano praticamente tutto, Bagaglini e persino Dispoto si aggregano al grigiore. Sono tutti preoccupati, nervosi: e si vede. Ogni situazione di presidio è vissuta male. Il contraccolpo psicologico dello svantaggio acquisito, peraltro, è forte. Il Martina si smarrisce e D'Anna replica: zero a due. E' un match segnato. Pure la fluidità della fase di possesso è macchiata. Galleggia solo Del Core, che favorisce Gambino: distanze accorciate. Dietro, però, si pasticcia ancora e il disavanzo di due gol si ristabilisce. La squadra che si ripresenta dopo l'intervallo, però, è più acuta, più convinta. Spunta finalmente qualcosina e la gara si riapre al sigillo di Mangiacasale. L'irreparabile, tuttavia, sta arrivando: Gambuzza completa la sua prestazione orribile con un fallo di mani in piena aerea. Quarto gol dei pontini dagli undici metri e fine delle trasmissioni. Di Meo, davanti ai microfoni e ai taccuini, si carica di ogni responsabilità e parla di approccio alla partita sbagliato. Garantendo, poi, di intervenire sui problemi della retroguardia. Che, però, a questo punto necessita di puntelli: e non solo numericamente parlando. Anche a costo di rinunciare alla contrattazione di un altro attaccante, che nell'immaginario collettivo sembrava la priorità.