martedì 4 dicembre 2012

Brindisi, confusione e parole sbagliate

Zero risultati, molta confusione. Negli equilibri interni al club e pure tra le parole. Ma è una situazione che, in fondo, riusciamo persino a comprendere: perchè l'esperienza, nel pallone, non si compra negli ipermercati della periferia. E perchè la paura di sprofondare (eufemismo di retrocedere) destabilizza qualsiasi ambiente. Anche e soprattutto una piazza come quella del Brindisi. Dove si vive male da troppe settimane. E dove, negli ultimi sette giorni, è accaduto molto più di abbastanza. Prima la sconfitta pesante di Sant'Antonio Abate, l'ennesima di fila, la scorsa settimana. E poi le dimissioni del tecnico Francioso, respinte dalla società e anzi, lasciate nella segretezza assoluta (ma non è un reato: di più, questo può essere decodificato addirituura come un segno di forza). Quindi, l'intervento del tecnico, piovuto telefonicamente in un salotto televisivo, che svela il particolare negato alla gente che tifa: tanto da costringere il presidente Galluzzo ad addossare una colpa (che non c'è) all'addetto stampa. Pronto, quest'ultimo, a confermare la propria estraneità dalla vicenda, a divincolarsi da qualsiasi responsabilità e a dimettersi. Infine, esattemente avant'ieri, la nuova caduta della squadra, questa volta al Fanuzzi: la Battipagliese passeggia (1-5) e, a fine gara, Francioso rinuncia nuovamente al mandato. Senza successo, da principio: perchè, sùbito dopo, la società cambia parere, accettando la risoluzione del rapporto. Incassando, il giorno dopo, il sì di Totò Ciullo, ormai nuovo responsabile della guida tecnica. Nel frattempo, intanto, Galluzzo litiga con la stampa, macchiatasi del diritto di cronaca. E di critica. Trovando pure il tempo per dettare pensieri affaticati e largamente opinabili («Giochiamo bene, ma poi, se l'aversario tira in porta una volta e ci fa altri quattro gol, che volete da noi? »). Molta confusione, sì. Ma, paradossalmente, anche un primo bagliore di saggezza: perchè, se davvero esisteva conflitto tra l'allenatore e una parte dell'organico, era davvero opportuno scegliere una strategia (via il gruppo di dissidenti, oppure il nocchiero). Paga qualcosa, oltre a Francioso, anche il direttore sportivo Manzari (ora, al suo fianco, c'è Carbonella). Mentre, dalla seconda sessione di mercato, è già arrivato un primo rinforzo (Tedesco), in attesa di altre auspicabili novità (del resto, anche l'argentino Villa ha abbandonato il gruppo, mentre Rizzi è ormai ai margini del progetto). Novità che però, da sole, non basteranno a mitigare la paura e la tensione che si stanno coagulando (e alleando) attorno al Brindisi. Una società, cioè, che necessita di un piano sportivo nuovo e di tranquillità: da cercare dentro se stessa. Senza pretenderla da chi esercita un altro mestiere: quello di informare. E da chi non può ritagliarsi il ruolo di megafono della società.