martedì 11 dicembre 2012

Il nuovo campionato del Nardò

La grinta non manca. Anzi, quella abbonda, se ascoltiamo le parole di rabbia che allenatore, giocatori e società del Taranto hanno tributato sùbito dopo il derby perso in Salento due domeniche addietro. E, probabilmente, non difetta neppure il coraggio. Di crederci, nonostante tutto. Il Nardò di Luca Renna continua a galleggiare con dignità, nelle acque di un campionato approcciato con affanno e poi deglutito meglio, con l'energia di qualche acquisto più mirato. Lo scontro (sotto ogni angolazione) vinto sulla formazione di Pettinicchio prima e il pareggio rimediato, sette giorni appresso, a Battipaglia spiegano chiaramente che il nucleo portante del gruppo granata è attaccato alla maglia e al desiderio di ottenere il traguardo prefissato, ovvero la salvezza. Solo che, adesso, la situazione si complica. E non poco. Il miglior realizzatore della squadra, Majella, ha già optato verso una nuova avventura professionale, che si chiama Monopoli. E, con lui, alla riapertura delle liste di trasferimento, è emigrato qualcun altro. Mentre non si intravedono troppe possibilità di rimediare alle uscite. E di tappare le falle. E' la conseguenza prevedibile del nuovo stato di crisi che sta stringendo il club: abile nell'arginare la recessione per qualche mese, ma - si dice - incapace di fornire, sino in fondo, adeguate garanzie a chi resta. Una sola mensilità pagata dall'inizio della stagione in poi, del resto, è un dettaglio che fa riflettere chi di pallone vive. Anche in serie D. Dove, a metà del cammino, molti equilibri si alterano: spingendo verso posizioni più rassicuranti, magari, chi sin qui ha zoppicato. E depauperando, in altri casi, il patrimonio tecnico di realtà più tranquille. E' il caso della Fortis Trani di due tornei addietro, tanto per rimanere in Puglia. Quello stesso Trani che, peraltro, riuscì a salvarsi ugualmente, seppure ai playout, a dispetto di tanta gioventù inesperta: facendo fruttare il buon numero di punti collezionati nel girone d'andata. Ovvio, il Nardò non parte dalla base protettiva del secondo posto, che aiutò allora la Fortis. E, allora, la salvezza abiterà anche nel cuore e nella determinazione di gente come Vetrugno, Antico o Taurino, che hanno deciso di continuare a sostenere il progetto. Oltre che, ovviamente, sull'organizzazione di una formazione votata alla battaglia e al sacrificio. Perchè, al di là del pareggio beneaugurante di Battipaglia, per il Toro, domenica, è partito un altro campionato. Il suo vero campionato: quello della vita.