lunedì 3 dicembre 2012

Supponente o appagato, il Martina si scolla

Difficile da credere (e da digerire), ma vero. L'Arzanese, formazione mediocre (inguardabile nella prima mezz'ora, più sollevata e credibile nella seconda parte del match) affonda a domicilio il Martina. Che si prende i demeriti del caso. Tuttti. Perchè non rinfranca ricordare che la squadra di Di Meo (priva di un discreto numero di titolari, è vero) non chiude una gara che potrebbe immediatamente e tranquillamente archiviare, per poi gestirla sino in fondo, pur detenendone il pieno controllo: sotto ogni punto di vista. C'è, probabilmente, un pizzico di supponenza che guasta il regolare corso dei novanta minuti. O, probabilmente, è un letale principio di appagamento a sbarrare la strada ad un successo che appare inattaccabile. All'inizio, il Martina è quello che siamo abituati a vedere: efficace, aggressivo. Il gol arriva dopo appena trentaquattro secondi: non c'è Gambino, ma ci pensa Lattanzio. L'avversario, debole e disarticolato, s'industria come può (male), evidenziando lacune tecniche evidenti e impacci grossolani. Marsili e soci, cioè, possono disporre pienamente di tutte le zolle del campo. E, invece, non accelerano: accontentandosi di una supremazia territoriale che sembra ambire più volte al raddoppio, ma che si sfarina puntualmente. Difetta l'istinto del killer: quindi, la partita diventa zoppa. E così, come spesso accade, alla prima occasione l'Arzanese si libera e pareggia. Comincia, allora, un'altra storia: il Martina indugia, si scolla, si spegne, si perde. Il terminale offensivo (Lattanzio) non è un punto di riferimento sostanzioso. L'esperienza di Anaclerio si eclissa (infortunio). La tenuta difensiva è spesso labile (Filosa continua a non convincere). Dalle fasce non sgorga granchè. Il terreno del Tursi si appesantisce sempre più. E, con il tempo, i campani acquistano fiducia, sicurezza: usando al meglio la ripresa, fino ad ottenere il massimo con uno sforzo ridotto. Lo score finale (uno a tre) non lascia neppure troppo spazio alle parole: ma perdere in questa maniera partita e leadership del girone è davvero un delitto. Il peggior delitto, prima della trasferta di venerdì, a Salerno: dove morale e buon umore servirebbero parecchio.