mercoledì 23 luglio 2008

Il Casarano, dodici mesi dopo

Erano allarmati, pochi giorni addietro, Pitta e Rutigliano: il campionato di Eccellenza pugliese si sta abbandonando al (facile?) consumismo. Il numero uno del Lucera e il poresidente del Corato, adesso, si sentiranno ancor più minacciati: basta osservare il mercato del Casarano. Che, si dice, potrebbe essere anche ammesso al prossimo torneo di D: ma, intanto, è parte integrante della premier league regionale che verrà. Vediamo i nomi appena acquisiti: Sanguinetti, straniero passato per la C2 di Chieti e Valdisangro, ad esempio. Oppure, Calabro, che ha da poco salutato la Pistoiese (C1). Oppure, ancora, l'argentino Ruben Marchi, uno che ha mercato in D e che si è svincolato dal Grottaglie per l'irrinunciabilità della proposta ricevuta dal Salento. E qui ci fermiamo: del resto, ciascuno fa quel che può. O che si sente di fare. Come Paride De Masi, plenipotenziario del Casarano. Il problema, piuttosto, ci sembra squisitamente tecnico: se, infatti, il ripescaggio non dovesse concretizzarsi, il nuovo allenatore Bianchetti (professionista di antica militanza alla prima esperienza assoluta in questa realtà) si ritroverebbe un organico in parte sproporzionato per la stagione da affrontare. Anche se il programma prevederebbe l'assalto incondizionato alla promozione. Noi, intanto, ricordiamo le cifre utilizzate e gli acquisti operati dal Casarano esattamente dodici mesi fa. E ricordiamo anche il verdetto del campo: sconfitta in finale playoff. In coda ad un'epurazione sostanziosa. Domanda: siamo certi che la sovralimentazione del quoziente di qualità serva, in Eccellenza? Sicuri che è possibile rinunciare ad un organico di categoria? Azzardiamo una risposta: no. Altra domanda: bastano tre acquisti di rango per destabilizzare un collettivo? Altra risposta: forse no. Purchè si integrino nella squadra e si calino nella realtà del campionato. E purchè rimangano tre. L'appetito, però, può forzare la volontà. E il rischio di ricadere nel fosso esiste. E come.