giovedì 17 luglio 2008

Martina, quello che resta

Senza C2. Senza un domani sostenibile: fosse pure da ridisegnare, da reinventare. E senza serie D, anfratto di salvataggio in cui qualcuno (troppo ottimisticamente) sperava ancora di poter riparare: magari, nell'ultimo giorno utile. Anzi, senza neppure l'Eccellenza o la Promozione. Il Martina perde tutti gli autobus. Riconsegnando le speranze all'evoluzione di un progetto che porterà una piccola realtà di Terza Categoria (la Gioventù di Nicola Basta) ad affrontare le insidie del torneo di Prima Categoria, ottunto per i benefici di una fusione. Oggettivamente poco: per il peso specifico che il calcio, in Valle d'Itria, aveva recentemente raggiunto. E per la storia del club suicidatosi ufficialmente in un pomeriggio di fine giugno. Oggettivamente molto: per l'insufficiente perizia - di tutti - nel governare il periodo più doloroso e buio, quello dell'azzeramento del vecchio blasone. E per la gestazione mancata della resurrezione, la più indolore possibile. Nel momento storico in cui la città si è fatta trovare impreparata: malgrado l'eutanasia annunciata a gennaio.