sabato 26 luglio 2008

Taranto, pessimo esordio

Prima l'incidente (eufemismo) con un operatore televisivo dall'altra parte della barricata, privato della cassetta di registrazione del primo match amichevole della nuova squadra targata Dellisanti. E, il giorno dopo, l'aggressione vile ad un professionista serio (Fulvio Paglialunga, del Corriere del Giorno): colpevole di aver espresso solidarietà all'emittente sulle colonne del proprio giornale. La Taranto Sport non brilla per tollerenza. Nè per senso civico. Il suo presidente, poi, sembra un uomo sull'orlo di una crisi di nervi. Perchè autore materiale dell'aggressione. Che va, ovviamente, condannata. Senza se e senza ma. E, se non si tratta di nervi, il problema è più complesso. Perchè Blasi - il presidente, appunto - è sempre più ostaggio della propria presunzione di onnipotenza. Che, come abbiamo già sottolineato, lo sta velocemente distanziando dalla realtà e dalla città. Il gesto è grave e anche pretestuoso. E infanga il nome del club. La cui stagione comincia male. Malissimo. Domanda: ma dove vuole ammarare il Taranto? Sembra di essere tornati indietro nel tempo: a una decina di anni fa o poco più. Quando si delineavano le stesse situazioni, sempre a danno di alcuni rappresentanti dell'informazione. Non allineati, si intende. Cambiano i nomi, ma non la storia grama. E poi: la guerra totale di Blasi può effettivamente produrre benefici? Non ci scommeteremmo. Intanto, l'imprenditore manduriano sta esaurendo anche l'ultimo fondo di credito. Questa è la verità.