giovedì 25 giugno 2009

Il Taranto cambia. Al cinquanta per cento

«Lascio». E, infatti, resta. Non da solo, certo. Al fianco di Enzo D’addario, nuovo socio nella conduzione del Taranto. Ma sempre sulla poltrona di presidente. Con molti rancori (verso una fetta della tifoseria, parte della città, amministrazione comunale compresa, e della stampa) a sgomitare. Mentre lo strato di ruggine persiste sull’ingranaggio del rapporto fiduciario tra il vertice societario e l’ambiente tutto. La crisi, sui Due Mari, sembra risolta. Blasi resiste: ancora un po’, almeno. E prova a dividere sofferenze e impegni con un compagno di viaggio (D’Addario, appunto) che mai – parole sue – avrebbe rilevato l’intera incombenza. E che, evidentemente, possiede gli argomenti per acquietare l’indispettimento dell’imprenditore manduriano, ormai (verbalmente) orientato ad abbandonare il calcio jonico. Ecco l’ambiente: non propriamente felice della risoluzione. Di questa risoluzione. Che, dal punto vista relazionale, non promette molto più di quello che è facile attendersi. Ma la novità è pur sempre una risoluzione: da valutare con il tempo. Che, se non altro, scaccia qualche lugubre pensiero. Malgrado non asseti chi aveva creduto ad una tipologia differente di rinnovamento (questa o quella cordata: indigena oppure proveniente da oltre confine). Blasi più D’Addario, allora. Entrambi dentro al cinquanta per cento. Con compiti differenti: la gestione tecnica spetta al primo; i rapporti istituzionali e la cura del settore marketing al secondo. Due prime figure per un club da riqualificare. Tecnicamente e mediaticamente. A Taranto e nei corridoi dei palazzi della Lega e della Federazione. Intanto, D’Addario sappia – al di là delle frasi gonfie di ottime intenzioni e di reciproca stima – che con Blasi non è facile convivere. Perché Blasi ama decidere seguendo gli impulsi del proprio carattere. Quindi, da solo. E che la città osserverà attentamente il cammino che hanno deciso di intraprendere assieme. Senza concedere sconti: come è sempre accaduto. Con Blasi e prima di Blasi. Anzi: la Taranto che tifa è un po’ stizzita. E non si fida più. E si affretterà a reagire, appena se ne presenterà l’occasione. Nel frattempo, assisterà. Sperando che l’accordo duri. E, soprattutto, che duri in armonia. Anche perché il problema principale è sempre quello: per fare calcio, occorre la disponibilità economica. Denaro. Quello vero.