mercoledì 26 agosto 2009

Braglia e l'onestà intellettuale

L’onestà intellettuale si scontra con le parole della convenienza. Ma non rischia di confondersi con la superficialità o, peggio, con la supponenza. Piero Braglia è un tecnico al di là delle consuetudini. E parla come pensa. Dunque, è intellettualmente onesto. Vede un Taranto a metà e lo dice. Brutalmente. Si accontenta abbastanza del primo tempo e si dissocia dalla ripresa. Di fronte al Real Marcianise, dice, la vittoria è sporcata dalla cattiva interpretazione della situazione di vantaggio. La squadra, cioè, si compiace e non si sacrifica quanto dovrebbe. Non insiste e galleggia sull’uno a zero sin lì raccolto. Anche perchè, magari, difetta di qualità nel mezzo. Inammissibile, comunque, per il coach toscano: che, evidentemente, ama lavorare molto sotto dal punto di vista psicologico. Remare controcorrente quando il responso è felice, può persino confortare il lavoro quotidiano: mantenere il profilo basso e pungolare costantemente la truppa è un metodo. Senza dimenticare che raccontare la verità torna sempre utile. E ascoltarla aiuta a capire.