domenica 9 agosto 2009

L'ultima vittoria di Matarrese

C’era un tempo in cui Vincenzo Matarrese era il nemico. Il nemico del calcio barese e della tifoseria. Il nemico ed il colpevole: delle recessione del pallone in riva all’Adriatico, del ridimensionamento progressivo dei programmi. Il presidente da combattere. E da confinare. Erano tempi in cui la gente disertava lo stadio: perché il Bari zoppicava. Ma anche per non compiacere il numero uno del club. E quei pochi che si siedevano sulle gradinate contestavano. Pesantemente, rumorosamente. Erano tempi in cui la gente issava striscioni pochi amichevoli. Che invitavano Matarrese a lasciare. Poi, ad un tratto, il Bari riassapora il gusto del successo. E riguadagna il palcoscenico più ambito. Più o meno sorprendentemente. E qualche scoria viene cancellata dal tempo e dalla serie A. Certo, il solco tra la torcida e il vertice è ancora lì, a dividere: ma è meno profondo. Intanto, però, il Bari incomincia a ingolosire: un gruppo di texani, che vogliono acquistarlo. E Vincenzo Matarrese si fa tentare: spinto dalla propria famiglia. E, forse, anche da quelle critiche mal sopportate, da quelle battaglie con il tifo che l’hanno ammaccato. Eppure, adesso che la trattativa sembra vicina alla sua definizione, molti avvertono un senso di timore. Il timore dell’incertezza. L’incertezza del domani. I texani, dicono, possiedono un portafogli, ma non un cuore. E neanche una storia calcistica a sorreggerli. E’l’incertezza che si sovrappone alla certezza della tradizione. La tradizione di trentadue anni di pallone: quelli della famiglia Matarrese. Si dice anche che qualcuno abbia chiesto al presidente di ripensarci. Di non vendere. Forse, però, è troppo tardi. E i meglio informati giurano che il passaggio di consegne avverrà molto presto. C’era un tempo difficile. E, ora, sembra proprio il tempo del rinnovamento. Matarrese sta abdicando. E questa è la sua ultima vittoria.