venerdì 7 agosto 2009

Concertazione e comunicati: Gallipoli, è caos

Alla fine della storia che non ha fine, scopriamo che la famiglia Pagliuso non ha così tanta fame di Gallipoli o che il Gallipoli, per il gruppo calabrese, è eccessivamente oneroso. E scopriamo che, di scorta, ci sono altri eventuali compratori. Non abbasta convinti. O non troppo convincenti. Barba, intanto, in pieno agosto continua a cercare chi lo sostituisca. Anzi, meglio, chi lo affianchi: perché l’imprenditore, intimamente, non vorrebbe troppo allontanarsi dall’universo del pallone. Che regala tante soddisfazioni, a chi le sa apprezzare. E chi possiede spalle economicamente larghe. Continua a cercare: dopo aver dribblato le insistenze della Meneam e aver incassato il dietrofront del manager cosentino, che avrebbe dovuto rivestire l’incarico di nuovo direttore generale. Dalla Svizzera alla terra dei bruzi, poi sino a Trieste, sede operativa di un’altra ipotetica cordata: è lunga la strada della speranza. Ed è grande la confusione dei sentimenti dell’ambiente gallipolino. Condita da comunicati stampa velenosi. Sembra che la questione infinita della gestione del club jonico stia per definirsi da un momento all’altro, ma il momento non arriva mai. Sembra che stia per piovere qualche novità definitiva, ma non piove mai. Il rapporto tra l’ambiente e il presidente, però, si è ormai lacerato. Da non credere, neppure due mesi fa: ma è tutto vero. Forse, prima o poi, verrà costruita una squadra: magari per l’inizio del torneo di serie B. E se fosse proprio Barba a rifondarla? Da solo, cioè? Non è un’ipotesi da scartare. Anzi: è quella più accreditabile, dopo tutto. Se ne sarà convinto il presidente stesso, chissà. E’ questa, del resto, la strada più facilmente praticabile: e non da ora. E crediamo che, alla conclusione, ci stia ormai arrivando anche il petroliere. Che sta aspettando gli sviluppi dell’ultima concertazione, se mai ci saranno. E, magari, anche gli esiti della provocazione della tifoseria, disposta a rilevare la società. Un'idea senza troppe possibilità di fiorire, però. Poi, nel peggiore (e nel più probabile) dei casi, Barba dovrà guadagnare un po' del tempo sperperato e cominciare ad operare. Da solo.