mercoledì 12 agosto 2009

Gallipoli, si ricomincia

Dunque, è fatta. Il Gallipoli trova nuovi proprietari. Gente che arriva dal Friuli, sollevando dagli assilli la piazza salentina, che in Salento non ha trovato il carburante della continuità gestionale. Era anche ora: con il campionato che sta bussando alle porte di una squadra che ancora non c’è. Fatto assolutamente al di fuori della logica, in un contesto come la serie B. Dentro forze fresche. E fuori Vincenzo Barba, l’inventore del progetto: un progetto cominciato in Eccellenza e terminato tra i professionisti. In pochissimi anni. Fuori il protagonista principale del tragitto calcistico italiano più effervescente degli ultimi anni: al quale va ascritta la difettosa tempistica nel processo di rinnovamento societario. Trascinatosi sin dove non avrebbe dovuto. E a cui, però, vanno tributati applausi corposi e sinceri per quanto costruito. Barba, invece, si congeda tra gli insulti, irriverenti e scroscianti. E si congeda stizzito, offeso: legittimamente. Chiude un ciclo senza averlo davvero voluto. E in un modo che non avrebbe neppure lontanamente ipotizzato. Al di là della sostanza (il passaggio di consegne), dispiace la forma che l’ha scortata: Barba non l’avrebbe meritata. Non la merita. E, a normalità recuperata, non guasterebbe un passo indietro. Chi ha contestato oltrevarcando il limite, si scusi. E’ un atto dovuto.