lunedì 12 ottobre 2009

La rincorsa vana del Monopoli

Arriva la prima caduta del Monopoli sul campo di casa. Che è responso, obiettivamente, da ricusare, perché bugiardo: la gente di Pellegrini si inventa un secondo tempo prolifico e fallisce il pareggio almeno cinque volte, costringendo l’Aversa alle operazioni di puro presidio, appena impreziosite da un paio di ripartenze (oggettivamente pericolose, è bene sottolinearlo) e sommando calci d’angolo e recriminazioni. La realizzazione, peraltro, giunge quando il match è inequivocabilmente tra i piedi di Cortesi e soci, ma il sigillo di Balistreri è invalidato dall’intervento del direttore di gara. Depauperando il gran lavoro speso sin lì da un collettivo che – va detto - si fa troppo spesso tagliare in fase di non possesso, aprendosi all’avversario (il gol normanno nasce con queste premesse e i rischi si presentano anche dopo, con le stesse modalità) e ritrovandosi a inseguire, un’altra volta. Proprio questo dato si ripresenta puntuale e comincia a preoccupare: il Monopoli coltiva l’abitudine dannosa di cedere per poi riorganizzarsi e ringhiare. Ma non è sempre è possibile rimediare. Come ieri. La coincidenza, allora, non è più coincidenza. Ma sta diventando una regola. Meritevole di riflessione. Tecnico e squadra sanno dove dover lavorare.