mercoledì 21 ottobre 2009

Lima, un salto indigeribile

Dall’erba alla terra battuta. Dagli stadi di pregio ai campi di provincia. Dai riflettori alla periferia. Il dislivello è accentuato. E il salto è misterioso. Anche per Lima. Non il primo e neanche l’ultimo a tentare il proseguimento di una carriera che si sta fisiologicamente consumando: assaggiando il campionato regionale di Promozione, a Racale. In una squadra oggettivamente nata per vincere e per dettare le proiprie regole ad un campionato che, tuttavia, possiede per intero i requisiti di una competizione dilettantistica. Il brasiliano, in estate, in coda alle esperienze sudamericane, turche e italiane (Roma, Bologna, Lecce e, infine, Taranto, appena l’anno scorso) decide di abbandonare il professionismo ufficiale per entrare dalla porta del dilettantismo di facciata. O del professionismo occulto. Tutto normale: almeno per due mesi. Il tempo di ambientarsi ( o non ambientarsi), di assicurare il proprio contributo in un collettivo che, superato l’approccio alla realtà, comincia a carburare e di confrontarsi con la natura sconosciuta della settima serie nazionale. Poi, il divorzio consensuale dalla società salentina: storia di questi ultimi giorni. All’improvviso, malgrado le buone parole utilizzate dagli addetti ai lavori per ufficializzare la riuscita dell’operazione. Il comunicato ufficiale non entra nei dettagli, né nell’universo delle cause. Resta, però, qualcosa di incompiuto. E l’impressione che il salto all’indietro, talvolta, è indigeribile. Como certi campi in terra battuta, o la mentalità di un mondo così diverso.