venerdì 11 febbraio 2011

Cari, buona la prima. Anzi, ottima

Niente da dire: la prima di Marco Cari sulla panca del Barletta è sontuosa. Vittoria. Fuori casa. E in un derby. A Foggia, raccontano gli appassionati delle statistiche, non era mai successo. Il sostituto di Sciannimanico arriva, suggerisce e raccoglie: anche qualche merito altrui, magari. Ma, nel giorno dell’esordio, la sua squadra mette un’impronta sul campionato. Disegnandosi una prova pulita, volitiva. In cui sfrutta le assenze, gli errori e le svagatezze (tante) dell’avversario, replicando con perizia, con freddezza. Difficile capire se durerà: ma, intanto, il nuovo Barletta (rivisto a gennaio, vale ricordarlo) sembra carburare. Perchè più fluido, meglio definito, scaltro quanto basta. Rajčić e soci accettano il confronto, vincendolo. Prima, forse, che lo perda il Foggia. E cominciano a guardare con languore al campionato (a proposito: sapete che, battendo la Ternana, dopodomani, il gap da molte concorrenti dirette alla salvezza è azzerato o, comunque, parzialmente colmato?). In questo caso, è ovvio, Cari rimedierà molti altri complimenti. Alcuni dei quali, sicuramente, pienamente meritati: perchè, talvolta, il segreto di un collettivo si annida pure nella mentalità, nell’approccio alla partita. O in dettagli significanti. E Sciannimanico, al contempo, si ritroverà ancora più sminuito: le buone argomentazioni di uno, tante volte, sono le controindicazioni di altri. Sminuto, anche se sereno con se stesso. Ma percorso da tanti rivoli di rabbia. Non lo dirà a nessuno, ma gli gireranno parecchio.