lunedì 28 febbraio 2011

Il bisogno fortifica il Brindisi

Quando l’emergenza diventa ricchezza. E’ un po’ la storia nella storia del Brindisi. Nuovamente travolto dagli affaticamenti finanziari e dall’affarismo becero di qualcuno. E, dunque, obbligato a ripartire dal nulla (o quasi) in mezzo al campionato: cominciato benissimo, ma sùbito franato sotto i colpi dell’insolvenza e della cattiva gestione. A ripartire, cioè, con un apparato societario rivisitato (via Galigani, ancora dentro Pupino): con la prospettiva di salvare il titolo e il calcio sull’Adriatico. Quindi, di finire la stagione, risparmiando tutto quello che si può- E auspicando l’avvicinamento necessario delle forze imprenditoriali della città: esattamente come dodici e ventiquattro mesi addietro. Ora, il Brindisi conta inequivocabilmente solo sulla truppa giovane che Rastelli sta cercando di plasmare: i big di inizio torneo sono andati altrove e altri sono ai margini. Gioca una pattuglia di ragazzi armati di entusiasmo e speranze e persino chi, sin qui, ha calcato i campi della Promozione. Come Scarcella, che liquida il Matera con il primo gol segnato tra i professionisti. Sarebbe a dire che il club, dagli affanni quotidiani, trova il sostentamento per il presente e qualche garanzia per il futuro. Provando a costruire il telaio per la prossima stagione, perché no. Il format del campionato, certo, conforta. E molto: una sola retrocessione, già concordata (il Catanzaro è spacciato) aiuta a vivere meglio. Ad organizzarsi, a rischiare. Ma, per una volta, il bisogno fortifica il Brindisi. Andava sottolineato.