martedì 1 febbraio 2011

La debolezza del Bari

L’ultimo giorno di mercato è una fiera colorata, senza confini. Senza remore, qualche volta. E senza certezze: perché l’acquisto delle ultime ore è, a suo modo, una mossa disperata. O estrema. Che, magari, può persino soddisfare il venditore e il compratore. Ma che, molto spesso, si rivela un’operazione poco incisiva. Nell’ultimo giorno di mercato, chi ama il Bari pensava (sperava) in un’ulteriore contrattazione, dopo gli arrivi di Okaka, Rudolf, Glik, Huseklepp e Codrea: propedeutica al progetto che pretende di perseguire una salvezza ormai ardua da conquistare (a proposito, Gillet e soci tornano battuti anche da Cagliari) . Invece, proprio nell’ultimo giorno di mercato, Ventura ha rischiato di perdere anche Barreto, ovvero il miglior realizzatore della squadra. E una delle principali garanzie tecniche dell’organico a propria disposizione: non appena, ovviamente, il brasiliano tornerà disponibile, in coda ad un periodo passato in infermieria. Eppure, il trasferimento del ragazzo non era pianificato. Assolutamente. Ma la proposta della Fiorentina deve aver ingolosito il presidente Matarrese e il diesse Angelozzi. Cinque milioni di euro, forse qualcosa in più, per la comproprietà (l’altra metà del cartellino, va ricordato, è dell’Udinese). Un affare, ammettono da via Torrebella. La trattativa, però, salta. Al fotofinish. Perché, sull’Adriatico, il pensiero torna improvvisamente alla classifica. E alle difficoltà contro cui combatte la squadra. E, probabilmente, anche perché in Toscana ci riflettono sopra. La mancata cessione, tuttavia, fa rumore. Molto rumore. «Un momento di debolezza. Niente di più e niente di meno. Alla fine, abbiamo preferito pensare al Bari, al suo futuro»: una verità da confessare candidamente. Una debolezza che emerge nella confusione che, oggi, sembra governare il Bari. Un po’ ammaccato, un po’ sfiduciato, un po’ insicuro. Debole, appunto.