venerdì 20 gennaio 2012

Buongiorno, Cosco

L'idea di dimettersi (le prima volta o la seconda, o in entrambi i casi) può rientrare. E il malumore di una società può acquietarsi. Ma i segni di un'elaborazione difficile del momento restano. Soprattutto, se la tifoseria scalpita, pressa. E, come spesso accade ad Andria, incide. In fondo al viale, allora, Di Meo non ci arriva, abbandonando prima del tempo. Se, poi, si tratta davvero di dimissioni o, più propriamente, di esonero non lo sapremo mai. Ma cambia poco. Il timoniere è nuovo e si chiama Vincenzo Cosco: è molisano, ha già allenato il Campobasso e, precedntemente, anche in Abruzzo (Valdisangro). Dicono che il carattere non gli manchi: proprio come a Di Meo. E qualche espressione un po' fumantina che ricordiamo lo conferma. La sua nuova sfida, comunque, è cominciata. E non è una sfida semplice. Perchè l'ambiente si è un po' depresso, ultimamente. E perchè l'ultima caduta, quella di Cremona, ha peggiorato la classifica. Anzi: la squadra, recentemente, si è appesantita, impigrita. Giocando poco. E spesso male. Proprio la prestazione di domenica, palesemente svogliata, dovrebbe aver convinto la società a girare pagina. Società che, evidentemente, ha chiesto al nuovo condottiero di recuperare, prima di tutto, il gioco. Che, solitamente, conduce al risultato: un evento che latita ormai da troppo tempo. Abbastanza per convincersi che era il momento di cambiare. Nel solco della tradizione: pechè, ogni stagione, l'Andria affida la propria panca a più di una persona. Trovando, sin qui, convenienza. Tecnica, più che economica. Oppure, tatticamente parlando: tralasciando la stabilità del progetto. Ma per quello, si sa, c'è sempre tempo.