lunedì 16 gennaio 2012

Il Bari e il vero obiettivo

Ben venga ogni trasferta. Dove il Bari sembra essersi affezionato all'idea di riappropriarsi di un po' di quella credibilità che, puntualmente, sperpera in casa. A Varese, poi, va anche meglio di altre volte. Perchè la gente di Torrente riesce persino a non farsi rimontare. Questa volta i due gol (ancora a segno Caputo, ancora in rete Stoian) fortificano e impermeabilizzano la squadra, che tiene sino alla fine, senza concedere niente all'avversario. E allontanando il sospetto di un collettivo incapace di conservare il vantaggio. Inutile, però, confidare in qualcosa di più. O meglio: la sensazione è che il campionato di Donati e compagni è questo. E che questo rimarrà sino alla fine. Ovvero, intarsiato di esitazioni e risvegli, di amnesie e slanci, di debolezze e improvvise dolcezze. E' una questione di valori, di maturità. Ed è bene abituarsi al concetto. Garantirsi la permanenza, cioè un'operazione che sta riuscendo con successo, è esattamente quello che si può e deve chiedere, pretendere. Sbirciare verso la sesta piazza, ovviamente, non è un reato, ma ci sembra una soluzione priva di senso pratico. Tanto per essere chiari. Non è una stagione, questa, adatta a sognare. Non può esserelo, per tanti motivi: tutti ben conosciuti. E per una serie di premesse tecniche, giusto per non oltrevarcare i limiti del rettangolo di gioco. Sempre che, come si sussurra, la società non ricorra agli ultimi giorni di mercato per puntellare il progetto. Eventualità che, peraltro, stona, speronandosi con l'attualità. Perchè, se è vero che la società ha faticato (e faticherà) a saldare gli stipendi, è difficile capire dove troverà le energie per finanziare il restyling. Diventua arduo, allora, decodificare certe fantasie che, ultimamente, circolano più o meno sommessamente nell'ambiente. E, soprattutto, credere ad un Bari più competitivo nel rush finale. Anche se qualche cessione importante (Donati) potrebbe teoricamente finanziare il maquillage. Qualsiasi illusione, piuttosto, di questi tempi non può pagare. E non è il momento di fare finta di nulla. Più conveniente, invece, è convincersi della realtà. E accontentarsi di quello che c'è: cioè, un Bari non troppo distante dalla salvezza sul campo, malgrado la crisi del club (in altre piazze, alle stesse condizioni, è andata peggio). Un club alla ricerca di un futuro più stabile. Obiettivo per il quale necessiterà attrezzarsi, forzando i tempi. Perchè, se alla fine occorrerà scontrarsi con l'amarezza di un fallimento, è preferibile digerirlo sùbito, a campionato in corso. Sfruttando l'unica possibilità di mantenere il titolo: questa è la priorità.