martedì 24 gennaio 2012

Lievita il Foggia di Stringara

Non è il Foggia temprato di coraggio e prossimo all'eroismo di Benevento, dove resiste in nove contro undici e, infine, esulta. E neppure quello di una settimana dopo, cioè il solito Foggia un po' frenato (anche dalle contingenze) che, in casa, si deve accontentare del pari con una big, la Pro Vercelli. Con il Pisa, ancora allo Zaccheria, la formazione di Stringara s'impossessa da sùbito della partita, stringendo l'avversario: fluida e larga, la manovra si autoalimenta di motivazioni ed entusiasmo. Corsa e fame: le premesse sono promettenti. Agodyrin e soci, anzi, sfuggono, insistono, graffiano. Giostrando con consapevolezza, ritmo, personalità. Il vantaggio (firmato Venitucci) è legittimo. E anche appagante, in un certo senso: perchè, poi, il Foggia comincia a contenersi, provando a riflettere. Pur mantenendo possesso di palla ed iniziativa: esibite, tuttavia, con maggior discrezione. Pure nella seconda frazione di gioco, intanto, non manca il sacrificio (il Pisa, del resto, cerca di reagire): quanto basta per percepire che il Foggia, lentamente, si solidifica e s'irrobustisce. Venendo fuori dall'antipatico status d'incompiuta. E' un particolare, questo, che finisce per inorgoglire il tecnico: il cui lavoro, da quando è sceso in Capitanata, non è sempre stato suffragato da prestazioni di alto spessore, ma comunque segnate da una lievitazione graduale. Sia per quel che riguarda il collettivo, sia per quello che concerne i singoli. Attraverso la maturazione dei quali transiteranno molte fortune di una formazione già sufficientemente lontana dalla zona che scotta e ancora abbastanza lontana dal quartiere playoff. Cioè, un traguardo mai perseguito. E, per questo, ragionevolmente incapace di distrarre o condizionare l'ultima parte della stagione.