mercoledì 11 gennaio 2012

Lecce, ora servono gli uomini giusti

La Juve appesantita del nuovo anno è sufficiente a forzare il flebile castello di intenzioni del Lecce. La classifica della formazione di Serse Cosmi, così, non si muove. E, anche se non sono questi i match su cui confidare per immagazzinare ossigeno, la preoccupazione aumenta. Anche perchè c'è un indizio maligno che corrode ogni ottimismo di maniera: quel solo punto guadagnato sull'erba di casa da settembre in poi. Praticamente niente. Cioè, un'ammissione di sofferenza cronica. La prestazione di domenica, peraltro, non è propriamente deficitaria. Certo, dietro si soffre ancora parecchio. E le distrazioni, si sa, costano immediatamente punti e morale. Infine, puntualmente, qualcosa, si sperpera, appena la squadra si affaccia nei sedici metri altrui. In pratica, il Lecce si dibatte, prova a mantenersi vivo: ma non dispone, allo stato, di quello spessore per supportare la propria voglia di salvezza. Riesce a galleggiare sino ad un certo punto: pero, quando occorre iniettare sostanza alla prestazione, s'involve e affonda. Nove punti dalla soglia della permanenza (le quart'ultime, Bologna e Siena, hanno sin qui realizzato esattamente il doppio del Lecce) spiegano molto, intanto. E non lasciano troppo spazio alle interpretazioni. Proprio quello che fa Cosmi, a fine gara. Il concetto di fondo è riassunto in poche parole: «Dobbiamo rafforzarci, ma non con gente qualunque. E neppure con gente di grandissimo livello. Serve, piuttosto, qualcuno che sappia leggere le situazioni di ogni match». La lista della spesa possiede indicazioni precise: il problema, adesso, è interamente della società: il trainer si è già riparato sotto il tetto. Comprensibilmente.