lunedì 23 gennaio 2012

Il Barletta è davanti a un bivio

Perdere il derby è peggio che perdere un qualsiasi altro match. Anche perchè la caduta di Andria costa al Barletta una fetta di credibilità e, innanzi tutto, la posizione di immediato rincalzo alle prime della classe. Ma è, calci di rigore assegnati e non visti a parte, lo spessore della prestazione a coagulare nuovamente quesiti ed ombre sul campionato della formazione di Cari: che non interpreta gli ultimi novanta minuti con l'autorevolezza di una pretendente al salto di categoria. Riaprendo, di conseguenza, il dibattito sul lavoro complessivo del coach di Ciampino, puntualmente criticato quando la sua gente dovrebbe imporre la propria caratura tecnica. Inutile, del resto, girarsi attorno: Cari non ha mai convinto sino in fondo la tifoseria. Per l'insuffieciente regolarità dei risultati e per le modalità di calcio prodotta. Anche se, ancora oggi, la classifica non castiga eccessivamente: perchè il campionato corrode i punti a chiunque, quando le pretendenti ad un unico obiettivo sono troppe. Resiste, però, un'altra verità: il Barletta, cioè, latita ad ogni appuntamento importante. Come un derby, appunto. Che l'Andria affronta con più puntiglio, anche con più rabbia. Risolvendolo, peraltro, in prossimità del fotofinish. E festeggiando la prima di Cosco, che tributa parte del successo al proprio predecessore. E che Mazzeo e soci, di contro, sembrano affrontare con un po' di sufficienza. Quanto basta per scoraggiare la torcida, che crede sempre meno ad un lieto fine. Mentre la società proibisce ai propri tesserati di parlare, a fine match. Istituzionalizzando il disappunto per certe decisioni arbitrali: nonostante sia giusto ricordare che, a match in corso, il Barletta annulla il vantaggio avvarsario, arrivato dagli undici metri senza capirne le motivazioni. Il silenzio stampa, tuttavia, mette in preventivo altre operazioni, come spesso accade in casi come questo. E, allora, pare proprio che squadra e società si ritrovano improvvisamente davanti ad un bivio. Traducendo, entro giovedì potrebbe accadere qualcosa: se il club crede nella necessità di una scossa, questo è il momento delle decisioni forti.