mercoledì 25 gennaio 2012

Il Lecce e la grinta di Cosmi

Sempre meglio fuori che in casa. Il cammino del Lecce è beffardo, oltre che incerto. Ma, intanto, sul rettangolo di via del Mare piove un pareggio: che è già un risultato, considerati i precedenti. Ed è un pareggio inseguito, voluto, strappato: al Chievo, in vantaggio anche di due lunghezze, e raggiunto dalla sete della gente di Cosmi. Tecnico che, come nella migliore delle letteratutre sportive, si appropria di molti meriti in virtù della grinta che predica e pretende da chi allena. Del resto, è difficile non associare le due idee: se non altro, perchè il Lecce che ieri si faceva rimontare, oggi sa persino rimediare. Anche nelle pieghe dell'ultimo match, peraltro, s'intravede nel collettivo un pizzico di sacro furore in più. Che, certo, non nasconde le esigue risorse della squadra (quelle difensive), ma che pure accresce le speranze. Legate, a questo punto, ai migliori momenti di uomini navigati e importanti come Di Michele o Giacomazzi: elementi ultimamente cresciuti nel quoziente di rendimento. O al recupero definitivo del roccioso Carrozzieri: di cui si avverte il bisogno, soprattutto quando non c'è. Ovviamente, però, impattare (in pieno recupero e inferiorità numerica) con un avversario talvolta rognoso, ma niente affatto inaffondabile come il Chievo non può e non deve sollevare: nè la società, nè l'ambiente. Che, intanto, accoglie due nuovi protagonisti, Blasi e Miglionico. Mentre un nome dal discreto passato e dall'esperienza solida (l'ex nazionale Grosso) ha deciso di rifiutare la proposta di trasferirsi in Salento. Poco appetibile, non solo per la classifica: ma anche per il sostanziale regime di austerity attorno al quale si è arroccato il club. Un club che deve scegliere cosa fare del proprio futuro: cioè reinvestire compiutamente, oppure affidarsi solamente (o quasi) alla determinazione delle squadre di Cosmi, rischiando seriamente la retrocessione. E il salasso economico che la caduta in seconda divisione comporterebbe.