sabato 15 settembre 2012

L'Andria e la preparazione che inibisce

Due pareggi sono una linea di confine, un limbo, una terra di nessuno in cui è necessario, quanto prima, capire: quali sono le possibilità, quali le prospettive, dove abitano i margini di crescita e dove albergano gli eventuali rimedi. Le prime due uscite dell'Andria non avranno, per certi versi, rafforzato le speranze dei più ottimisti, ma almeno non hanno neppure soffocato una squadra che si sta definendo e che, soprattutto, paga il ritardo di preparazione. Anzi, di approntamento dell'attuale stagione, già caratterizzato da un cambio di panca (Cosco, un ritorno, per Cari, timoniere di pochi giorni). Intanto, però, il debutto (a Nocera, in casa di una delle formazioni più accredite del girone, se non la più attrezzata) può essere considerato largamente soddisfacente: rovinato soltanto da quel vantaggio doppio impattato dai campani nella seconda parte del match (dicevamo della preparazione difficoltosa: ecco un esempio). E, anche con il Pisa, questa volta in casa, Innocenti e soci si sono lasciati raggiungere a gara abbondantemente avviata. Motivando il parziale con un calcio accettabile. Solo che, appunto, è necessario sacrificarsi ancora, dal punto di vista atletico e fisico, e poi intravedere gli antidoti per non incappare in un altro campionato di fatica e paure. Anche se, statisticamente parlando, gli organici più ricchi degli ultimi due anni masticarono duro sino in fondo. Mentre l'ultima versione dell'Andria, molto meno celebrata alla vigilia, sembra essere entrata nel torneo senza troppe zoppie strutturali. Di questi tempi, non è male.