lunedì 11 gennaio 2010

Bitonto, mani sul derby

Quello che accade in principio (il Grottaglie persegue la manovra geometricamente e gioca palla a terra) non serve a capire il risultato del derby, né a riconoscere le modalità che lo determinano. Perché, alla fine, è il Bitonto a impossessarsi dei punti e dei consensi. In virtù di una prestazione asciutta e razionale, impostata su ripartenze frequenti e fastidiose (la squadra di Maiuri soffre la velocità altrui, quando non è in possesso di palla). Davanti, poi, l’Ars et Labor coltiva un’imprecisione che inquieta. Mentre dietro qualcosa non quadra, puntualmente. Il Bitonto, invece, è più sostanza, ma anche continuità. Perché non si perde nei picchi e nei cali di tensione che stringono l’avversario. E perché, con il tempo, comincia a limitare i pericoli e a controllare la partita. Anzi, nella seconda parte del match il Grottaglie, abbandonato da intensità, lucidità e idee, si sfarina e affonda. Riconoscendo i difetti antichi di personalità e incassando la drastica contestazione dei propri supporters, a novanta minuti appena consumati (il margine dal pericolo, progressivamente, si restringe). E, allora, ecco il profilo di una formazione, quella di Pizzulli, non più solo scorbutica come una volta, ma pure intelligente. Che si adatta alla situazione, giostarndo senza fronzoli, come si conviene in quinta serie. Ma, soprattutto, in evoluzione.