mercoledì 20 gennaio 2010

Dellisanti, terza scalata

Il sostituto di Brucato sulla panchina del Taranto è Franco Dellisanti, alla terza scalata di una squadra che ama visceralmente e che, per questo, gli ha procurato più guai che soddisfazioni. Molti più di quelli che il tecnico sangiorgese si è creato altrove, nel corso di una carriera corposa, a rimorchio di scelte spesso infelici (Nocera, tanto per fare un esempio: ma non solo). E’ la soluzione di D’Addario, il presidente che non perde tempo, accelerando qualsiasi processo di evoluzione all’interno di una società e di una formazione che continua a ritenere degne della serie B. E’ la soluzione fatta in casa, perché Dellisanti è tarantino, è già assoldato e arriva dalla “Berretti”. Ed è, forse, la soluzione più semplice. Non la più ovvia, ma la più immediata. Il compito del nuovo coach, inutile sottolinearlo, è improbo. Perché il Taranto non ha ancora una fisionomia, né un marchio di fabbrica: che, teoricamente, Dellisanti è in grado di assicurare. Ma a determinate condizioni: allenando, cioè, in tranquillità e con il beneficio della completa indipendenza. Ingredienti sinceramente estranei all’ambiente in cui dovrà operare. Perché il Taranto non possiede molto tempo. E D’Addario ancora meno. E perché, soprattutto, Dellisanti dovrà obbligatoriamente confrontarsi con i voleri presidenziali: la promozione sùbito, senza se e senza ma. «Finalmente ho l’opportunità di allenare il Taranto in condizioni ideali”, detta il nocchiero numero tre della stagione. Onestamente, però, facciamo fatica a intravedere condizioni ideali al suo modo di fare calcio. Dellisanti è tecnico capace, ma anche uomo particolarmente sensibile, che vive di timori e dubbi. E che va preservato alle incurie del mondo, minuto dopo minuto. E che, quindi, rischia di bruciarsi per la terza volta, in riva a Mar Piccolo. Ma è, soprattutto, un allenatore emozionalmente coinvolto (troppo coinvolto) che cerca appoggio in una società che intende la collaborazione in termini aziendali e non calcistici. E che rischia di essere fagocitato dal sistema della Taranto Sport. E anche molto presto.