venerdì 22 gennaio 2010

Foggia, problemi di Ugolotti

Ugolotti trova un Foggia maltrattato dall’Andria, appena domenica scorsa, e divorato dalle polemiche che si sono reimpossessate dell’ambiente in coda ad un break beneagurante, ma ache abbastanza breve. E scopre anche un organico vagamente modificato: Salgado è emigrato a Torino (meglio così, il suo rapporto con il club e la città si era consunto da tempo: anzi, la separazione arriva tardi), Di Roberto ha preferito continuare la stagione a Taranto, Cuomo ha raggiunto Nocera e Troise, appena vincolato, ha sùbito salutato. In più, Germinale non è più rientrato dal Benevento, come sembrava praticamente certo. Guido Ugolotti è il nuovo nocchiero del Foggia che prova a ripartire: operazione che Porta e Pecchia gli hanno lasciato con qualche rimpianto, o forse no. L’esonero (o le dimissioni?: la differenza è sottile) della coppia al potere tecnico per un intero girone, quello di andata, e pochi spiccioli della manche di ritorno, inaugura – è l’augurio – un nuovo ciclo, magari strettamente legato all’evoluzione della situazione societaria. La Meleam, dopo aver provato ad accollarsi il futuro del Gallipoli prima e del Bari poi, ha formulato un’offerta soppesata dall’attuale gruppo di comando e praticamente scartata da un comunicato stampa. Di certo, allora, rimane solo la classifica: che non sorride, ma che resta assai corta e non condanna nessuno. Tanto meno il Foggia, squadra decisamente discontinua per potersi fidare di se stessa, eppure dotata di materiale umano che proprio Ugolotti ritiene compatibile con le aspirazioni di salvezza. Purchè, ovviamente, prima della sua chiusura il mercato sappia offrire i puntelli necessari. E purchè, aggiungiamo, la tifoseria non acceleri il processo di disgregamento dell’ambiente che ruota attorno ad un gruppo che immaginiamo confuso, più del solito. La gente, anzi, potrebbe fare molto. In una piazza in cui - ancora una volta – riesce ad allontanarsi, proprio appena si avverte la necessità dell’appoggio popolare.