martedì 11 maggio 2010

Andria, un tempo solo non basta

Brutta storia, per il pallone di Puglia: due formazioni agli spareggi per non retrocedere nello stesso girone (Foggia ed Andria) è pessima pubblicità. La gente di Papagni rallenta nel momento decisivo: e, anche di fronte al Ravenna, nella gara che vale il campionato, si confonde a lungo, lasciando tutto il primo tempo all’avversario. Si risveglia un po’ dopo l’intervallo, ma il nervosismo corrode la sete di rincorsa. Anzi, lo zero a zero che premia i romagnoli e castiga Sy e compagni diventa più indigesto in ottica futura: perché, oggi, l’Andria è una squadra che rischia di dover continuare a pagare la sua tensione e anche una certa litigiosità, sul campo. Ai playout arriverà un organico ancora una volta scalfito dalle decisioni del giudice sportivo, elemento fondamentale che non depone sullo stato di salute psicofisica del gruppo e sulle sue capacità di gestire i momenti più delicati e le situazioni più complesse dal punto di vista emotivo. Onestamente, per quel che può servire, a questo punto della stagione, il Giulianova è – almeno teoricamente – l’avversario meno temibile del lotto dei pretendenti alla salvezza. Ma l’Andria deve finalmente cominciare a poter contare unicamente su se stesso. E a perseguire quello che non si è mai regalato, sin qui: un passo continuo. E un certo tremendismo. Che non va confuso con il nervosismo ottuso che naufraga tra cartellini gialli e rossi. Ma quello che serve ad arrampicarsi sui risultati. Che è mancato nel secondo tempo di Taranto e nel primo di domenica, di fronte al Ravenna. In due partite che, alla fine, hanno scritto la storia.