giovedì 6 maggio 2010

Manfredonia, salvezza e nuovo scipoero

Quello del Manfredonia è un altro campionato vissuto pericolsamente. Ma concluso con soddisfazione, in fondo. Perché, in fondo alle difficoltà (finanziarie, tecniche, agonistiche) e alle tragedie (legate ai nomi dell’artigliere argentino Marchano prima e del preparatore atletico Sabella dopo), la permanenza in C2, con novanta minuti di anticipo, è una soddisfazione non da poco. Che, intanto, priva la prossima partita, quella di Brindisi, di ogni apprensione. E che, poi, consente alla società di poter cominciare a pianificare il futuro con un discreto margine di tempo. Puntando, magari, sulla buona volontà espressa dall’Amministrazione Comunale, rappresentata dall’ex presidente del club Riccardi, sindaco di nomina fresca. E’ vero, però, che prima ancora del futuro, esiste ancora un presente: da disciplinare. La squadra, fermatasi già due volte nel corso della regular season, minaccia di scioperare ancora: E di non presentarsi a Brindisi, domenica. Il nodo è il solito: la mancata corresponsione degli stipendi. Certo, oggi la minaccia è meno grave, a salvezza già archiviata. Ma il problema rimane: non solo nella forma (la cattiva pubblicità, nel pallone, si paga sempre), ma anche nella sostanza (l’iscrizione alla prossima stagione non può prescindere dalle liberatorie di giocatori e tecnici, né dalla trasparenza dei conti). Finendo per valorizzare ulteriormente, però, il felice epilogo del torneo e il comportamento dei protagonisti del campo: regolarmente disposti a dimenticare i crediti (e a insabbiare polemiche, allontanando il pericolo dell’apertura di pratiche di accertamento finanziario) per salvaguardare il nome del Manfredonia, il campionato e il titolo sportivo. Anche questa è una vittoria della squadra e di Bucaro, il suo condottiero: riconoscerlo è il minimo. Come trovare una soluzione alla situazione d’impasse: immediata, possibilmente.