lunedì 17 maggio 2010

Fine della corsa. Gallipoli, si scende

Fine della corsa. Il Gallipoli si ferma qui. E, speriamo, non per sempre. Intanto, a Reggio Calabria perde partita e serie B: ma, in coda a due mesi di scarsissimi risultati, il dato non meraviglia affatto. Due mesi, oltretutto, vissuti in un’emergenza finanziaria assoluta, dove si disintegrano facilmente anche le motivazioni residue. La retrocessione chiude una storia forse irripetibile. Anzi, una favola, per scomodare un termine sin troppo abusato. Ma assolutamente fedele alla verità. Retrocessione che brucia: soprattutto perché, a tre quarti del cammino, la squadra allora gestita da Giannini sembrava virtualmente salva. E, comunque, viva: malgrado i problemi. Che, peraltro, il passaggio del tempo ha abbruttito, ampliandoli. Adesso, si scende. Anche se, nel vagone, non è rimasto più nessuno. Mentre il fallimento del club è una realtà con cui misurarsi. Realtà che potrà condurre, nel migliore dei casi, in serie D: evidentemente, l’humus ideale della dimensione calcistica di quest’angolo di Salento. Dispiace dirlo, ma è così: parlano i fatti. E la dannosa sequenza di situazioni grottesche succedutesi negli ultimi dodici mesi. Fine della corsa. E, nell’aria, solo apatia, rassegnazione e appena un po’ di rabbia. E l’impressione inquietante di aver difeso male la serie B. Concettualmente e, purtroppo, quasi inconsapevolmente. Nelle strade della città, ancora prima che sul campo.