lunedì 31 maggio 2010

E, infine, la promozione

Arriva il dato aritmetico che mancava. Proprio in fondo al viale, nell’ultima occasione utile. Il Lecce raccoglie un punto dalla sfida con il Sassuolo e ritrova la serie A, tre settimane più tardi di quanto avesse immaginato e sperato. Prolungando l’attesa, come in un thriller ormai inimmaginabile. Ma rispettando, nella sostanza, i pronostici spesi a giugno: malgrado in troppi affermino il contrario. Perché la squadra di De Canio s’incamminava verso il campionato con il conforto di un organico anche abbastanza giovane, ma importante e competitivo. Come quello di Brescia ed Empoli, tanto per capirci. Teoricamente, un solo gradino sotto quello allestito dal Torino o dalla Reggina, cioè le delusioni più evidenti di questa serie B. Ecco, sorprende vedere il Lecce davanti a tutti, questo sì. Cioè promosso in prima battuta. Ma il verdetto è corretto, senza dubbio alcuno. Perché la squadra sa reagire alle insidie della parte iniziale del torneo, rimediando una quadratura tattica e imparando a giocare con praticità. Diventando, da quel momento, l’espressione più continua, per rendimento e risultati, del girone. Il compito, è vero, diventa più agevole perché manca un avversario che sappia accelerare con convinzione: la continuità, cioè, abita in Salento e non altrove. Tanto che Giacomazzi e compagni possono permettersi di condividere qualche pareggio in più e di felicitarsi con il minimo garantito. Più di una volta. Auguri, allora: alla società, che spende il giusto e ricava molto. Al tecnico, che conduce la squadra con fermezza e lucidità, gestendo con efficacia e personalità le ore più complicate. Ai protagonisti del campo: molti dei quali affamati e pronti ad integrarsi alla frangia più esperta del contingente. E alla tifoseria: più riflessiva di altre occasioni. O solo più paziente. Forse non eccessivamente calorosa (la serie A sembra diventata un’abitudine e, forse, la B non riscalda più), ma – proprio per questo – indisponibile alla pressione fitta. E, ovviamente, auguri anche alla città: che ritrova il palcoscenico di maggior prestigio. Palcoscenico che, in provincia - e soprattutto di questi tempi - resta un lusso. Da gestire, giorno per giorno. E da guadagnarsi: con una politica attenta. Che sappia guardare anche al vivaio, un po’ trascurato negli ultimi anni. A proposito. è arrivato il momento di cominciare a ripensarci su. Compiutamente.