lunedì 15 novembre 2010

Bari, vento contro

Ultimo, da solo. E abbacchiato. Il Bari cresce (lo giura Ventura), ma crolla pure di fronte al Parma. La classifica, intrigante agli albori del campionato, si fa tetra. La quarta sconfitta consecutiva sull’erba di casa trascina analisi preoccupate e statistiche impietose. Vista così, la squadra sta affondando. E, soprattutto, non riesce a ritrovare gli equilibri e la scaltrezza di un tempo. Mentre l’ambiente si interroga: condizione che, altrove, indebolirebbe sensibilmente la panca dell’allenatore. Ventura, invece, sembra godere ancora di buona considerazione: ed è un bene. Ma lo slancio emozionale delle prime prestazioni si è esaurito (nelle ultime sette uscite, è arrivato solo un punto), il buon umore (che, spesso, tempra i meno dotati) si è affievolito, i limiti di un organico numericamente limitato (anche e soprattutto dagli infortuni, è bene ricordarlo) sono emersi tutti assieme, il vento ha cominciato a soffiare verso altre direzioni (domenica c’è pure il fallimento di un penalty ad intralciare il percorso, oltre ad un paio di cartellini rossi) e, probabilmente, gli avversari si sono adeguati al Bari, trovando le contromisure tattiche efficaci. E, allora, non resta che confidare nell’orgoglio della squadra, nel recupero fisico di qualche pedina, nella lievitazione psicologica di chi si è sgonfiato all’improvviso e in Matarrese. Che, alla riapertura delle liste di trasferimento, dovrà esprimersi compiutamente. Spendendo qualcosa e provando ad offrire al tecnico un contributo necessario: in termini di quantità (due, tre elementi) e di qualità.