sabato 13 novembre 2010

Da Trani a Fasano. Nel segno di Flora

Possono farsene una ragione, a Trani. Definitivamente. Ninì Flora non tornerà indietro. Ora è molto più che ufficiale. Era ormai scritto: il patron, liberatosi della serie D sull’Adriatico, approda all’Eccellenza di Fasano. Con la volontà di scrivere un’altra pagina di storia nel palcoscenico del pallone di Puglia. Che lui, avventuriero di un calcio più manageriale passionale, conosce assai bene. Come le esperienze (e i successi) di Acquaviva, Barletta e poi Trani confermano ampiamente. Altra giro, altra scommessa. Da vincere, possibilmente. Ora, Flora riparte da una piazza ultimamente assai delusa, storicamente in fermento, sempre esigente. Che neppure il suo predecessore, il dimissionario Tommaso Carbone (solo per tre mesi al comando del club), è riuscito a rassicurare, rivitalizzare, rilanciare. Riparte da Fasano, Flora: offrendo concretezza a quel vecchio discorso nato in estate con il sindaco della città della Selva. Nato e sfumato veloce, tra le promesse (non mantenute) del mondo imprenditoriale tranese, che pure avevano convinto l’imprenditore a rinnovare l’impegno alla guida della Fortis. Attorno alla quale si addensano nubi dense. Dicembre, del resto, è vicino. E, a dicembre, potrebbero compiersi i destini della società. La liquidazione comincia seriamente a preoccupare. Ovviamente, il problema non è esclusivamente societario, ma anche tecnico. Investe, cioè, il parco giocatori: che bene si sta comportando in questo torneo di serie D. Se non dovesse spuntare all’orizzonte qualcuno disposto a proseguire il lavoro di Flora, si farebbe davvero dura. Per tutti. O quasi. Forse, non per chi scende in campo ogni domenica. Perchè, nel peggiore dei casi, a Fasano un posto in squadra c’è: si chiama travaso, un’operazione tecnicamente possibile, con la riapertura del mercato. Scommetiamo?