lunedì 22 novembre 2010

Il Taranto, i tre punti e la contestazione

I tre punti ci sono: e, di questi tempi, il dettaglio è niente affatto trascendentale. Intanto, perché lo stato di crisi determinato dalla schiettezza dei risultati è allontanato. E poi perché la ricostruzione del morale della truppa e dell’ambiente passa inevitabilmente da certi particolari. Attorno, forse, non c’è la prestazione. Non interamente, almeno. Perché il Taranto, di fronte alla Juve Stabia, non si impossessa mai per davvero della gara. Rimanendo spesso lontano dalla porta. Dimenticando di consegnare continuità alla sua manovra. Sfruttando assai relativamente il vantaggio accumulato nel corso del match (superiorità numerica sullo score già sbloccato). Vivendo di rendita sulle iniziative isolate (per esempio, di Innocenti, l’autore del gol che decide la partita). E perché ancora molti singoli viaggiano al di sotto dell’auspicabile standard di rendimento (Antonazzo, Rantier, Garufo, Colombini, Di Deo). Però è anche vero che, dalle tribune, la gente (quella che che ancora segue la squadra) vede germogliare le prime idee firmate da Dionigi, tecnico all’esordio sul campo di casa. Prime idee che, messe assieme, ancora non offrono compiutezza al 3-4-3, meritevole di nuove verifche e di ulteriore rodaggio. Il progetto tattico, cioè, affiora e svanisce. E solo il successo mitiga i dubbi che, oggettivamente, continuano a circolare tra i duemilacinquecento dello Iacovone. E sì, perché parte della tifoseria resta al di là dei cancelli, a contestare la gestione D’Addario. Ratificando, così, una frattura blandamente ricomposta nel recente passato, ma ormai evidente. Disegnata dall’imperizia delle parole presidenziali, prima che dalla sostanza dei fatti. Mai come adesso, tuttavia, le posizioni tra il vertice del club e la tifoseria più pulsante sono sembrate tanto distanti tra loro. E il dato, tanto per capirci, non promette niente di buono: certe lotte intestine, neppure troppo tempo fa, con dirigenze diverse, sono affiorate e si sono incancrenite sull’onda della cattiva comunicazione.