lunedì 1 novembre 2010

Il Casarano si salva. E salva Toma

A Francavilla, il Casarano si salva. Con una mezz’ora, l’ultima, di calcio più credibile. E con un gol (di Da Silva) fortemente sospettato di offside. Il pareggio annulla l’obiettivo minimo centrato pure da Arzanese e Gaeta, ma non compensa il successo del Trani: eppure, vista così, cambia davvero poco. In realtà, il due a due nel derby (e la vana rincorsa ad una vittoria insperata, quando l’avversario si affloscia, atleticamente e psicologicamente) vale più di quello che possa apparire: perché, probabilmente, grazia la panchina di Antonio Toma. Il tonfo, si dice, avrebbe condannato il trainer. Che si rianima appena la sua squadra capisce di dover inseguire giocando palla a terra. Assistendo Da Silva: che, notoriamente, gradisce lo scambio, la triangolazione e persino il lavoro sporco per chi si inserisce. Ma non i traversoni che gli piovono più o meno vicini per tutta la prima parte del match. Effettivamente, il primo tempo del Casarano è lacunoso assai. Il 4-2-3-1 (o 4-2-4, quando il brasiliano si abbassa) garantisce scarsa efficacia in fase di filtro: Bonaffini e Cenciarelli, bravi nel far partire l’azione, non sono però uno schermo ideale per la difesa. E, ogni volta che il Francavilla parte, arriva e fa male. Dietro, poi, si soffre più del lecito. La Virtus è impulsiva e, talvolta, pensa meno di quello che deve. Ma, soprattutto, appare disequilibrata. Sullo zero a due, tuttavia, si apre una partita diversa. Grazie anche all’agilità e alle progressioni di Aragão, che rileva lo spento Mignogna. Il forcing finale, poi, ripara il danno in parte. Semplificando il futuro di Toma. Senza assolvere la squadra: per vincere il campionato serve di più, di meglio. E un’altra mentalità.