venerdì 28 ottobre 2011

Andria, la tenacia che va sostenuta

La tenacia del gruppo va bene, è consacrata. Dall'opinione della gente, degli addetti ai lavori. L'Andria sa soffrire, navigare nelle acque agitate. Digrignando i denti. I risultati non arrivano sempre: anche perchè lo spessore dell'organico galleggia nella media del campionato di terza serie e la concorrenza di qualità, nel girone B, è sufficientemente ampia. E poi perchè, per ottenere più visibilità, manca qualcosa: oggettivamente. Ma la frmazione di Di Meo non si genuflette a nessuno: replicando con determinazione, quando può. Le sette reti subite nelle ultime tre partite, tuttavia, parlano pure di una penetrabilità che, attualmente, ne mina il consolidamento del progetto. Le ultime due, peraltro, arrivano a Lanciano, a casa di una delle realtà più prolifiche di questa prima parte di stagione. Il rovescio, allora, non è materiale di cui vergognarsi: soprattutto perchè l'Andria non sfigura, pur lasciando agli abruzzesi una maggiore supremazia territoriale e la gestione complessiva della gara. La soglia del quartiere playout, certo, è sempre lì, ad un passo. Ma questa squadra sa di dover combattere sempre e sembra che lo faccia volentieri, con naturalezza: garantendosi buone quotazioni di stima e di fiducia. Malgrado il gioco praticato sin qui non lasci sognare qualcosa di meglio. Ma il mercato di metà stagione si sta avvicinando: se la società può, ci faccia un pensiero. Basterebbero un paio di ritocchi, ai posti giusti. Per liberarsi da qualsiasi problema prossimo ed eventuale, innanzi tutto. E, poi, per consolidare le basi del progetto.