mercoledì 26 ottobre 2011

Il Barletta in casa non va

L'infortunio del Barletta, in casa, di fronte al Trapani, indispettisce. E confonde le idee alla gente che tifa. Cancellando l'ancora fresca, bella e fruttuosa esperienza di Trieste (successo denso di significati e necessario per recuperare autostima). Tutto da rifare, quindi: non tanto in funzione della classifica, sempre sufficientemente corta (il Pergocrema si ferma, il Frosinone non ne approfitta), quanto del processo di riappropriamento di un'identità non ancora stabile. Perchè, se in trasferta i risultati arrivano (nove punti sui dodici sin qui disponibili), al Puttilli la formazione di Cari non carbura (tre pari e una sconfitta): è limpido, ormai. Atteggiamento, questo, che rischia seriamente di danneggiare il cammino di una delle favorite al salto di categoria, obiettivo che la società continua a non nascondere. E di tranciare, prima o poi, il rapporto tra il club e l'allenatore: ancora sulla panchina barlettana, ma non troppo sicuro di rimanerci sino alla fine de torneo. A dispetto di una frangia di tifoseria, che avrebbe già deciso: per l'esonero. Cari è l'accusato principale, adesso: per aver disegnato una squadra che confida nell'invenzione del singolo, più che nella manovra del collettivo. E che, proprio per questo, fatica puntualmente a scovare il varco che conduce verso la porta avversaria: soprattutto in quelle occasioni in cui la controparte si allinea e si copre, riducendo gli spazi. Cosa che, oggettivamente, accade spesso: almeno nei match disputati di fronte al pubblico amico. Concetto, questo, che sottolineava Roberto Boscaglia, tecnico del Trapani, proprio in coda al match di domenica, davanti a telecamere e microfoni. Critica non troppo sottile e neanche tanto velata: che in parecchi sono pronti a condividere. Mentre, in sala stampa, il disappunto (e il nervosismo) del coach cresce. Sintomo dei tempi che corrono. E di un countdown che è già dolorosamente partito.