giovedì 6 ottobre 2011

E l'Andria cresce

Il derby, cioè la svolta. Dalla sfida con il Barletta in poi, l'Andria è cresciuto. Si è rassodato. L'Andria scorbutico e tignoso di Di Meo comincia a realizzare e realizzarsi. E ad attirare qualche simpatia. La gente che tifa fiuta il carattere della squadra e approva. L'Andria ha diritto di cittadinanza nel torneo. Anche a Trapani sa farsi apprezzare. E si fa rincorrere da un avversario attrezzato. Pari meritatissimo e utilissimo: in coda ad una gara diventata più difficile a lavori in corso (l'espulsione, peraltro contestata, di Cossentino) e interpretata bene, soprattutto in fase di non possesso. O, se preferite, di interdizione. Fuori casa, da tre match, l'Andria non si piega: e questo significherà pur qualcosa. Dimostrando di possedere solidità e resistenza alla sofferenza. Assomigliando sempre più al suo caudillo Di Meo, tecnico pratico ed essenziale. Un grintoso o, come si dice, un combattente: che sembra essere riuscito a plasmare la squadra, avvicinandola al proprio concetto di calcio. Una squadra che si è guadagnata un'identità, un marchio di fabbrica. Tutto, ora, dovrebbe diventare più semplice. E, sicuramente, su questo organico sarà più agevole lavorarci, adesso. Senza illudersi troppo: il processo di lievitazione, in casi come questo, è lungo. Ma, spesso, consequenziale.