sabato 24 aprile 2010

Barretta, il nuovo disimpegno annunciato

Brindisi è un po’ come Taranto: improbabile non farsi travolgere da attriti, veleni e autolesionismi diffusi. O, come nel caso specifico, da novità societarie che minacciano di riportare il calcio di queste contrade al punto di partenza. O quasi. E impossibile farsi mancare qualcosa: anche nei momenti meno indicati. Quando, ad esempio, il gioco è in corso e il traguardo ancora possibile, aritmeticamente e materialmente parlando. Un traguardo che si chiama playoff: al di là dell’ultima e velenosa caduta nel derby di Barletta, che appesantisce le attese del viaggio. Proprio in questo scorcio di stagione si abbatte sulla città la conferenza stampa della presidenza Barretta. Che sembra, ancora una volta, cosa seria. Perché i fratelli che detengono le quote azionarie del club annunciano il disimpegno, a partire da giugno. Conservando, tuttavia, il dovere di proteggere la squadra sino alla fine della stagione. Ancorchè comprensibile (e condivisibile nel merito: i Barretta non bluffano, il problema è antico e mai risolto), la decisione è di quelle che spaventano. Perché i traumi del passato, ancora male assorbiti, riemergono ciclicamente. Prospettando un resettamento. La Brindisi imprenditoriale (e anche quella istituzionale) continua a non rispondere: del resto, di questi tempi, è dura per tutti. E i malumori del vertice societario, dimenticati un anno fa sulla spinta di promesse evidentemente mai mantenute da quanti si erano più o meno esposti, riaffiorano. Le parole dei Barretta, allora, cadono nei giorni più delicati. Ma sono un monito, un avvertimento: lanciato con anticipo abbondante, correttamente. Giusto per intenderci. Parole che consigliamo di non sottovalutare. Né di cavalcare: la squadra, ad esempio, sino a giugno non perderà niente. Comunque vada. Silva e la sua gente, perciò, tentino tranquillamente quello che c’è da tentare. Poi, semmai, potremo rischiare due conti. Le dimissioni annunciate dai Barretta, cioè, non diventino un alibi. A tre giornate dalla fine del campionato, è doveroso cercare di ottenere il massimo. Con i muscoli e con la testa. In piena coscienza.