domenica 11 aprile 2010

Gallipoli, l'inizio della fine

Sembra l’inizio della fine. E la fine del sogno. Il Gallipoli che si sfascia anche a Frosinone (nei primi sei minuti) è drammaticamente penultimo, da solo. Mentalmente distrutto, al di là della grinta orgogliosa con cui cerca di raddrizzare la gara. A questo punto, non è solo la classifica a preoccupare. Anzi, intimorisce di più la prospettiva di una squadra in evidente affanno psicologico, oltre che tecnico e tattico. Oggi, il Gallipoli – questo Gallipoli – non offre garanzia alcuna: la salvezza, parlando crudamente, è un proponimento distante. Ma, in fondo, solo uno (o l'ultimo) dei pensieri. Perché il match si gioca per intero, su tutti fronti. Su quello societario, soprattutto. D’Odorico ha deciso di liberarsi del club e attende il compratore. Ma il fallimento è un’ipotesi concreta. Che neppure il direttore Iodice smentisce. Tanto più che Barba si sarebbe defilato. Tornare sulla nave non gli interessa, dice. A meno che non spunti una cordata di imprenditori locali pronta a sostenerlo: difficile, tuttavia, che possa accadere. Come non successe nove mesi fa. L’ex patron professa, se non altro, coerenza. Gustandosi i riflessi di una sua personale rivincita: freddando, cioè, le speranze di un ambiente diventatogli ostile, all’improvviso: a scalata (in B) appena conseguita. Di più: il suo ventilato (e niente affatto smentito: tutt'altro) interessamento al Taranto, che D’Addario sarebbe disposto ad abbandonare, diventa poi uno schiaffo, una lama affilata nel ventre di una città disillusa troppo in fretta. Ma anche strutturalmente impreparata a difendere quel palcoscenico che sta velocemente perdendo.