lunedì 19 aprile 2010

Noicattaro, rinnovata speranza

Vivido, talvolta effervescente. Podisticamente convincente, concentrato. Il Noicattaro che assalta il Melfi, da sùbito, è quella squadra che non si è vista mai, sin qui: agile, sicura, aggressiva. L’unico tributo al passato, però, è condizione vincolante: il gol, in fondo a tanto lavoro, non sgorga. Perché, soprattutto, la finalizzazione della manovra non è situazione frequente. E quando la verve, fisiologicamente, si appiana, galleggiano i dubbi di sempre. La partita, tuttavia, è complessivamente ben interpretata: con l’atteggiamento giusto, cioè. Almeno sino a quando i lucani cominciano a fraseggiare, guadagnando la trequarti di casa. E obbligando così la formazioni di Trillini ad applicare pressing e raddoppi. E a rifugiarsi nei misteri delle ripartenze: puntualmente soffici. Traducendo, venti minuti di buon Noicattaro e altri settanta di cose già viste. Dove l’ombroso Zotti e soci non riescono a riannodare il discorso interrotto con la fluidità delle trame di gioco, arrampicandosi comunque ad una volenterosa e cieca superiorità territoriale che si stempera sul palo colto da Manca, su un paio di conclusioni a rete senza sorte e, finalmente, su una sforbiciata velenosa di De Lorenzo, proprio mentre il Melfi ha deciso di salvaguardare il punto acquisito. Uno a zero, finisce così: e, a rimorchio, fioriscono tre punti utili a rinnovare la speranza. Niente di più e niente di meno di quanto il Noicattaro chiedesse a se stesso. Il massimo, oggi come oggi.