giovedì 28 ottobre 2010

Lecce, sintomi di crescita

Chi attendeva il Bari, trova il Lecce. Il sorpasso, nella classifica di gradimento del campionato, è riuscito: otto punti (e prime inquietudini) sull’Adriatico, undici punti (e sorrisi aperti) in Salento. La gente di De Canio incarta un’altra vittoria sull’erba di casa e gode. Scoprendosi collettivo a forte trazione casalinga: tre vittorie e un pari su quattro uscite, contro un solo pareggio notificato in trasferta. La differenza, come dire, c’è. E si vede: tutta. Sbarazzarsi del Brescia, magari, non è semplicissimo: anche perché la formazione di Iachini passa per prima. Ma un secondo tempo di impeto e grazia, di verticalizzazioni e rapidità rivaluta il match, approcciato con ritmi meno convinti. Sbroglia ogni nodo Di Michele: che il fallimento di un penalty, poco prima, non ha affatto offeso. E attaccante che, a Lecce, sembra essere tornato giocatore vero. E non solo per l’artistica conclusione che decide il match, offrendo concretezza al sigillo di Ofere, nigeriano che trova la fiducia del trainer, puntualmente ricambiata. Emerge, dunque, l’anima migliore della squadra. Che dimostra di aver imparato anche a rimediare una situazione sconveniente. Non era mai accaduto, prima di adesso, che il Lecce rincorresse il risultato, senza avvilirsi al novantesimo. Potremmo sbagliare, ma anche certi particolari sono sintomi di crescita.