martedì 14 dicembre 2010

Il Brindisi, i nodi, le bugie

Strano, il pallone. Sempre più sommerso da parole vuote. E da logiche apparentemente sfuggenti. A Brindisi, per esempio, la situazione societaria si fa sempre più torbida. C’è un vecchio proprietario (la famiglia Barretta) che denuncia una rateizzazione inevasa, cioè migliaia di euro che la gestione Galigani non avrebbe corrisposto. E, per questo, promette di ricorrere in sede legale. E c’è una nuova dirigenza (non propriamente amata) che smentisce tutto, rivendicando – anzi - l’assenza delle istituzioni, della città. Che bussa, con ciclica insistenza, alle porte dell’amministrazione comunale per essere ascoltata: invano, dice. E che chiede ad altre forze imprenditoriali di collaborare. Senza, per questo, essere troppo disposta a cedere il titolo, soprattutto in maniera non onerosa (l’ultimo comunicato stampa del club è sufficientemente chiaro). Quella stessa dirigenza che, se non abbiamo capito male, prima ammette delle difficoltà finanziarie e il giorno dopo minimizza. E ci sono voci sempre più pressanti: dei detrattori del club, che insinuano di tutto e di più. In mezza a questa confusione, intanto, la squadra continua a balbettare, anche se il pari di Melfi infonde un po’ di fiducia. Ma il dato tecnico, paradossalmente, è quello che preoccupa di meno. Preoccupa di più il valzer dei politici accorsi in soccorso, delle realtà nascoste, dei bluff di mezza estate (chi racconta bugie? Chi ha venduto o chi ha comprato? Difficile che entrambe gli schieramenti abbiano ragione). Di certo, i giorni si stanno consumando. E l’impressione è che, molto presto, scopriremo qualcosa di particolarmente vicino alla verità. Anche se un’idea ce la siamo già fatta. E, complessivamente, comincia a farsela pure la gente che tifa. Perché i nodi si scoprono, prima a poi. E diventano matasse.