lunedì 6 dicembre 2010

L'Ostuni e il futuro

«Tagliateci tutto, ma non il futuro»: una richiesta, una speranza, un appello. Un panno bianco e una frase: semplice. E anonima. Che sintetizzano, prima che il pallone cominci a rotolare nel derby, lo stato d’animo di quanti ancora si sentono affezionati al calcio ostunese. Mentre la formazione di Insanguine, rafforzata qua e là (si rivede Ciaramitaro, l’ex Bitonto Martellotta è alla sua seconda convocazione, Romito alla terza) si arrende pure al Nardò, in casa, scontando anche e soprattutto il gol (il primo dei due) accusato in apertura di gara. Del resto, il sempre giovane Ostuni (cinque under dal primo minuto) è una squadra che continua a cercarsi, provando – prima di ogni cosa – a parare i colpi inferti dal campionato. Il match, dicevamo, si fa sùbito difficile. Ma la fase di possesso è un imbuto senza uscita, senza risorse. Nel mezzo, magari, si intravede più sostanza o, comunque, più intensità. E più volontà: che non significa necessariamente filtro inappuntabile. Dietro, allora, arginare diventa verbo da coniugare spesso. Il rovescio, così, diventa praticamente inevitabile. Come inevitabile diventerà la rincorsa ad un puntellamento più robusto dell’organico. La nuova dirigenza ha promesso di operare ancora: è necessario. E chissà se basteranno quattro elementi di esperienza e discreta qualità. Ne va, appunto, del futuro. Quello prossimo, almeno.