lunedì 13 dicembre 2010

Il Foggia e le mani di Biancolino

Sleali abitudini e disattenzioni fatali. La slealtà è di Biancolino, artigliere di esperienza e prestigio discreto, in forza al Cosenza. La disattenzione è della terna arbitrale, coordinata dall’avezzanese Aloisi. La partita è quella di Foggia, proprio ieri: dove la formazione di Zeman sta impattando con i calabresi. Quando, appunto, Biancolino strappa la palla a Santarelli, tornato a parare in luogo di Ivanov: non con i piedi, ma con le mani. Rimettendola, di fatto, in gioco: scorrettamente, s’intende. E segnando il punto del temporaneo vantaggio: confidando, ovviamente, nell’incapacità di verifica del direttore di gara. Che, infatti, convalida: tra lo stupore dei ragazzi del boemo e l’ira astiosa del pubblico dello Zaccheria. E’ così che il Foggia si trova ad inseguire il risultato, prima di rimediare e, infine, di perdere il match che lo ricaccia definitivamente nel limbo dell’anonimato, al di là della linea dei palyoff. E’ così che le immagini cominciano a girare sui teleschermi d’Italia. Ed è così che Biancolino perde l’occasione per redimersi, seppure in colpevole ritardo. Dichiarando candidamente, dopo il novantesimo, che l’intervento è assolutamente regolare: malgrado si intuisca con estrema facilità il contrario. Zeman sbotta, giustamente. Anche perché la squadra è sembrata abbastanza viva per scrollarsi il peso del derby perso a Taranto sei giorni addietro. L’episodio, però, può guastare certe atmosfere, ferire. E anche condizionare. Prendi la palla, segna e scappa. Anzi, menti. Talvolta, il gioco paga. Con punti pesanti.