giovedì 2 dicembre 2010

Trani, fischi ingenerosi. Fasano, un'epoca nuova

A dicembre, comincia ufficialmente l’avventura di Ninì Flora a Fasano: che vorrebbe coincidere con il rilancio del pallone nella città della Selva, molto delusa dall’approccio con il campionato di Eccellenza. E, contestualmente, si chiude l’esperienza di Trani. Dove, è giusto ricordarlo, l’ex presidente ha garantito la copertura delle spese di gestione sino all’ultimo giorno di novembre. Premiate, va sottolienato anche questo, con un parziale di prestigio quale può essere considerato l’attuale terzo posto raggiunto in classifica dalla formazione di Pettinicchio. Che, però, il mercato di riparazione smantellerà quasi completamente. Anzi, cinque effettivi si allenano già da qualche giorno proprio con il Fasano. Mentre qualche altra pedina si sistemerà altrove (Somma piace al Casarano, per esempio). Il Trani che è stato, tuttavia, si congeda male: sconfitta sull’erba di casa, contro il bisognoso Sant’Antonio Abate, in coda ad un match interpretato male, senza nerbo e senza testa. Il gruppo, irreprensibile sin qui, inciampa proprio all’ultimo chilometro, lasciando di sé un cattivo ricordo. Ma, soprattutto, sollevando l’ira della tifoseria. Che non fa sconti, lamentandosi apertamente. La contestazione feroce, però, ci sembra ingenerosa: l’ultimo capitolo non può scalfire la bontà del percorso tracciato sin qui. Anche se la prestazione dell’ultima domenica è profondamente censurabile. La serietà della squadra, cioè, non merita discussioni: lo spiega la classifica maturata in questi tre mesi. E anche la disapprovazione popolare nei confronti della famiglia Flora, onestamente, stona un po’. Perché la vecchia gestione ha informato la città del proprio disimpegno per tempo, dopo aver atteso invano la collaborazione di altre forze imprenditoriali: garantendo il calcio sino ad avant’ieri, cioè due mesi dopo le dimissioni. Operazione economica alla quale molti si sarebbero volentieri sottratti. Punto e a capo, viene da dire. Il Trani, adesso, cerca uno spiraglio, energie fresche, un futuro. Con una programmazione più contenuta che proverà a salvaguardare la categoria (poco più della metà dei punti utili per conquistare la salvezza sono già stati introitati, occorrerà gestire la dote). Mentre il Fasano si sta allenando mentalmente a rincorrere i playoff (sarà durissima, anche con una campagna di rafforzamento imponente: il tecnico Longo disporrà a breve di un organico quasi completamente nuovo e, dunque, da rodare). Di certo, comunque vada a maggio o a giugno, cominceremo a capire se la nuova sfida di Flora potrà trasformarsi in un progetto duraturo (il punto è questo: a Barletta e, successivamente, a Trani l’imprenditore ha abbandonato prima del tempo, pur ottenendo risultati lusinghieri). Progetto duraturo, ma pure strutturato. Che passi, anche e soprattutto, da un settore giovanile efficiente ed efficace. Quel vivaio che, se coltivato, distingue una pianificazione qualunque da una programmazione approfondita. Quel vivaio che, a Fasano, manca da sempre.